Cari amici, l’Associazione TevereNoir propone la visita al Sepolcro degli Scipioni.
L’area archeologica si trova lungo il tratto urbano della via Appia Antica, all’interno delle Mura Aureliane, prima della Porta S. Sebastiano. È un monumento di straordinario interesse, poiché vi furono sepolti molti esponenti di una delle famiglie più illustri della romanità, tra gli altri Scipione l’Africano, vincitore di Annibale, e Scipione l’Emiliano, distruttore di Cartagine.
La vera e propria scoperta risale al 1780, quando i due fratelli sacerdoti Sassi, proprietari della vigna soprastante, allargando la cantina della loro casa trovarono un ingresso al sepolcro. Tutto quello che era iscritto o figurato fu portato nei Musei Vaticani, ma il sepolcro divenne una meta abituale per molti studiosi e visitatori che compivano a Roma il Grand Tour.
L’area archeologica è stata costruita a poca distanza dall’Appia, strada inaugurata nel 312 a.C. con lo scopo di agevolare e di sostenere l’espansione del dominio di Roma nell’Italia meridionale. Appare dunque conseguente che la famiglia degli Scipioni, una delle più aperte alla cultura ellenizzante, abbia voluto costruire il suo monumento funerario in prossimità della nuova strada consolare, simbolo di quell’idea politica di espansione verso il mondo della Magna Grecia.
La struttura presenta una pianta quadrangolare e aveva un ingresso monumentale, oggi quasi del tutto scomparso; all’interno sei gallerie scavate nel tufo. I sarcofagi sono disposti lungo le pareti o entro nicchie. Ogni sarcofago presenta un’iscrizione relativa al personaggio e alle sue imprese. La prima sepoltura fu quella del capostipite della famiglia, Lucio Cornelio Scipione Barbato, console nel 298 a.C.; il suo sarcofago originale si trova ai Musei Vaticani. Dall’eterna commemorazione degli eroi si scende letteralmente all’interno di un colombario ipogeo, rinvenuto durante gli scavi del 1927: ambiente quasi festoso per la presenza delle vivaci pitture e delle semplici parole di commiato dal tono intimo e familiare che caratterizzano le piccole urne delle centinaia di umili che vennero qui ricordati a volte con il solo nome.