Cari Amici,
l’associazione TevereNoir vi propone una passeggiata nella cittadina di Albano Laziale, alla scopoerta della sua storia e di quelli che sono i suoi monumenti più importanti.
Nel territorio in cui oggi si trova Albano durante l’età del ferro sorse la mitica città di Albalonga, distrutta successivamente dai romani, al tempo del re Tullo Ostilio. Rimasta a lungo abbandonata, fu con Settimio Severo, nel II° secolo d.C., che Albano ebbe l’assetto definitivo di Albano, con la costruzione sia dell’accampamento della II^ Legione Partica, che del ‘Cisterone’, detto anche i Cisternoni, che rappresentava il più grande serbatoio d’acqua a disposizione dell’accampamento. Tra le varie cisterne d’acqua costruite in questo periodo, il ‘Cisternone’ è conosciuto in tutto il mondo non solo per la sua grandiosità – può contenere ben 10.132 metri cubi di acqua – ma anche per il fatto che ancora funziona perfettamente, con l’alimentazione di un acquedotto pure esso antico ed ancora attivo. L’entrata alla monumentale cisterna è rimasta come in antico: vi si accede dal primo di 5 grossi finestroni, oggi rimpiccioliti forse per ragioni di sicurezza, con una scaletta di 31 gradini sostenuta da due arcate addossate alla parete sinistra; di qui si può scendere sul fondo della cisterna per ammirare le proporzioni gigantesche della costruzione ed ascoltare lo scrosciare delle acque che rimbomba e si moltiplica attraverso i numerosi pilastri e le volte.
Proseguiremo il nostro itinerario con la visita all’Anfiteatro Severiano, fatto costruire da Settimio Severo per il divertimento dei soldati e delle popolazioni delle città circostanti. Edificato dal complesso di operai della Legione Albana nei primi anni del III sec. d.C., poteva contenere circa 16.000 spettatori. Si calcola che in origine l’anfiteatro raggiungesse l0’altezza di 22 metri.
Visiteremo anche altri monumenti di Albano, tra i quali il Sepolcro degli Orazi e Curiazi.
Il monumento è un caso unico per la sua storia fatta di leggenda e mistero e per la sua architettura, che si può facilmente ritrovare nelle tombe etrusche a Volterra. Il monumento è totalmente realizzato in grandi parallelepipedi di peperino; sul basamento quadrangolare vi erano quattro tronchi di cono sugli angoli e probabilmente un quinto più imponente sulla base centrale a tamburo. Edificato in età repubblicana il mausoleo non può essere riferito ai fratelli Orazi e Curiazi, alcuni studiosi pensano che il mausoleo sia una ricostruzione della tomba di Arunte, realizzata dalla famiglia Arruntia, presente nella zona.